Aborto spontaneo: perché succede?
L’aborto spontaneo consiste, dal punto di vista della definizione, nell’espulsione del feto dal corpo della madre prima delle 24 settimane, indipendentemente dalla volontà della donna.
Questo fenomeno, molto traumatico per la donna che si sta preparando a diventare madre, è purtroppo più diffuso di quel che non si creda: si calcola che interessi il 10–20% delle gravidanze, e forse anche di più.
In genere, l’aborto spontaneo si verifica quando il feto non si è sviluppato in maniera corretta, e senza che vi sia una qualche colpa della donna in merito. Nel 50% dei casi, l’aborto di questo tipo interessa feti che hanno dei grossi difetti generici; nel restante 50% dei casi, la scienza non è ancora riuscita a dare una spiegazione al fenomeno.
Oggi come oggi questo tema così delicato è oggetto di grande attenzione scientifica, per cercare di isolare quei comportamenti che possono essere ritenuti più incidenti laddove si verifica l’aborto: ad esempio, l’età della donna, l’adozione di uno stile di vita sregolato, o malattie della madre.
Aborto spontaneo: quali sono i sintomi?
L’aborto spontaneo può dare una sintomatologia molto diversa di volta in volta. Per esempio, in alcuni casi si presenta il sanguinamento dalla vagina, molto spesso anche dolore nella zona dell’addome.
Tuttavia in tanti casi la donna non presenta alcun sintomi: in tal caso, l’unico modo per rendersi conto del fatto che è avvenuto un aborto, è quello di effettuare la radiografia all’ospedale.
Fra i sintomi che possono essere considerati più comuni fra le donne che stanno per abortire spontaneamente, ricordiamo:
- sanguinamento dalla vagina abbondante, o macchie e perdite di sangue;
- forti dolori all’addome e alla schiena;
- perdita di muco bianco dalla vagina;
- sensazione delle contrazioni.
Quando andare dal medico
Avviene spesso, nel primo trimestre di gravidanza, che la donna sanguini o abbia delle perdite di muco dalla vagina, e questo non pregiudica affatto il buon proseguimento della gestazione.
Bisogna fare attenzione però se i sintomi sopra riportati di susseguono tutti assieme.
Se ci si rende conto di sanguinare molto, tanto da aver bisogno continuamente di un assorbente, e si hanno dolori allo stomaco, febbre, brividi, è il caso di contattare un medico anche solo per tranquillizzarsi.
Se ci si rivolge al medico, egli prescrive un esame addominale ed un esame pelvico, per cercare di comprendere meglio la situazione.
La donna viene rimandata a casa solamente se il sanguinamento non è preoccupante. Purtroppo non esiste alcun rimedio laddove la gravidanza debba essere destinata a finire precocemente.
Le cause dell’aborto spontaneo
Abbiamo già accennato al fatto che non sono note delle vere e proprie cause che possano portare all’aborto prematuro, tuttavia sono stati isolati alcune situazioni e alcuni comportamenti della madre che possono concorrere a causare un aborto.
Per esempio, lo stato di salute della donna: se ha malattie alla tiroide, problemi ormonali, diabete non controllato, infezioni, è più probabile che la gravidanza possa dare problemi.
Fattori di rischio sono l’uso di alcol, fumo, droghe, l’età (le donne con più di 35 anni possono avere più problemi), le patologie croniche.
Avere rapporti sessuali, fare esercizio fisico moderato e lavorare non pone a rischio di aborto spontaneo.
Cosa avviene dopo un aborto spontaneo
Un fenomeno così traumatico può impattare pesantemente sulla vita di una donna. È necessario restarle vicino a darle la possibilità, se ne avverte il bisogno, di parlare con un esperto. È necessario che la donna non si incolpi di quanto avvenuto e che capisca che purtroppo lei non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo.
Se si hanno avuti più aborti
Se si hanno alle spalle più di tre aborti spontanei, prima di concepire è necessario effettuare una visita specifica dal ginecologo. Il dottore potrà indicare, in via preventiva, una serie di comportamenti che la futura madre è tenuta a seguire per ridurre al minimo il rischio dell’evento.